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Studio Odontotecnico Grossi
Postato da Dottor Grossi
ottobre 30 ott 2019

Entriamo in un campo molto controverso, ci sono in letteratura medica molti pro e molti contro all’utilizzo di tali terapie e, spesso, i pazienti mi chiedono informazioni su questi farmaci sempre più in uso.
Alla luce di pubblicazioni scientifiche e informazioni dell' AIFA ( Agenzia Italiana del farmaco) e dell'EMA (agenzia europea dei medicinali) mi sono fatto un'idea abbastanza precisa sui bifosfonati e proverò ad esporvi il mio personale parere.
Questi farmaci vengono generalmente usati per contrastare l'osteoporosi (indebolimento dell'osso che diventa poroso, in particolare nella parte midollare o spugnosa) nei pazienti maggiori di 50 anni in terapia cronica con cortisonici, in pazienti con rischio elevato di fratture della colonna vertebrale ed in pazienti con patologie neoplastiche.
Secondo l'AIFA al top ci sono ALENDRONATO e RISENDRONATO.

Qual è il meccanismo d'azione di questi farmaci ?

Per capire come funzionano bisogna ricordarsi un po' come è fatto l'osso:
è un tessuto vivo, e la sua vita dipende dalla "componente cellulare" (osteoblasti, osteoclasti, osteociti).
Per mantenersi vivo ha bisogno di ricevere ossigeno e sostanze nutritive (e di eliminare sostanze di rifiuto) attraverso la circolazione del sangue.
Per farla breve gli osteoclasti rimodellano distruggendo le parti di osso vecchio liberando sali minerali che vengono utilizzati dagli osteoblasti per formare osso nuovo in un continuo avvicendarsi per avere un osso performante.
I bifosfonati inibiscono gli osteoclasti, quindi bloccano il rimodellamento dell'osso, non si distrugge ma non si rinnova, diventa un osso più compatto ma vecchio, meno vivo, con meno vasi sanguigni, meno circolazione, meno matrice nuova ecc.

Quindi osso più denso ma meno elastico quindi più soggetto alle fratture;
questo è dimostrato da uno studio su 205.000 donne in post menopausa che dopo 5 anni di trattamento farmacologico hanno iniziato ad avere più fratture del femore delle non trattate.

Alcuni autori consigliano di sospendere la terapia se i valori della MOC sono discreti e continuare solo con calcio e vitamina D dopo i 5 anni.

Però ci sono casi selezionati in cui è indispensabile comunque l'assunzione di bifosfonati ma questo esula dalla mia specialistica ,e non vado oltre.

Allora perchè il dentista parla dei bifosfonati?

Perchè quando si assumono l'osso diventa vecchio, povero di nutrimenti e di cellule attive verso i processi infettivi, in particolare ne risente maggiormente la mandibola ed il mascellare quindi a seguito di interventi in bocca si può manifestare GRAVE OSTEONECROSI (morte del tessuto osseo) nella zona interessata con possibilità di estensione del processo se non curato per tempo.
Quando si assumono questi farmaci sono controindicate per esempio le estrazioni dei denti e l'inserimento di impianti osteointegrati.
In pratica succede che nelle zone di intervento arrivano i batteri, che normalmente vivono in bocca, non trovano cellule immunitarie, macrofagi ecc.. che sono deputate alla difesa dai microorganismi, questi si moltiplicano velocemente e quindi si forma l'infezione, l'ascesso e dato che in quella zona non arriva abbastanza sangue arriva anche poco antibiotico e di conseguenza si arriva alla necrosi dell'osso che nel perdurare del processo può estentersi molto più in là della zona iniziale.
I pazienti più a rischio sono quelli che assumono bifosfonati per via endovenosa, poi intramuscolare, meno quelli che li assumono per bocca.
Per fare un'estrazione è necessario assumere terapia antibiotica a dosi elevate e terapia antimicotica, avere un'eccellente cura dell'igiene orale e fare molti controlli dal dentista e firmare un consenso informato sui possibili, anche se rari, effetti collaterali.
In conclusione ricordate che è IMPORTANTISSIMO prima di iniziare una terapia con bifosfonati recarsi dal proprio dentista per una visita accurata in modo da eseguire prima tutte quelle terapie che sarebbero poi controindicate.

Dr. Grossi Alfredo